Claud, Big Data e privacy: nuvole all’orizzonte. In questo interessante articolo di Antonio Dini sul Corriere delle Compunicazioni si evince una realtà che getta ombre inquietanti sulle tendenze del mercato e sulle strategie di sviluppo dell’ICT.

Una frase mi ha colpito in particolare: ” … il Cloud “sposta” letteralmente i dati nella nuvola, e quindi potenzialmente in paesi differenti da quelli d’origine mettendoli sotto giurisdizioni differenti…” .

In pratica si sta sdoganando un sistema che sembra fatto appositamente per aggirare le normative locali ( per es. la privacy, la concorrenza sleale, la pubblicità ingannevole, il regime fiscale e tutte le norme civili, commerciali e penali )

…potrebbe essere peccato a pensare male, ma guarda caso, il “cloud” e i suoi derivati ( Big Data intesi come capacità di analisi ed aggregazione di dati anche per scopi meritevoli ) sono il centro dell’attenzione e dello sviluppo da qualche anno a questa parte , da quando sono emersi i primi gravi problemi sulla privacy!

Come se le grandi aziende (OTT), vedendo la mal parata e capendo che “troppo abuso” non sarebbe stato tollerato, stiano correndo ai ripari per costruire una infrastruttura che consenta lo spionaggio, senza più infrangere le leggi locali ed europee.

Invece se volessimo pensare bene , ci convinceremmo che il “cloud” porterà milioni di posti di lavoro ( come?! ancora nessuno lo ha spiegato …) che i Big Data serviranno per sconfiggere il cancro e prevedere eventi climatici disastrosi ( il come può essere intuibile, ma il perchè farlo solo in questo modo, nessuno lo ha spiegato …)

Il limite è stato superato e anche chi si era venduta l’anima al diavolo ( consentendo leggi ed emendamenti a sfavore dei cittadini e delle aziende europee ), sta riflettendo sulla opportunità di fare un passo indietro: vediamo cosa sarà in grado di fare la vecchia e sgangerata Europa e cosa faranno singolarmente gli stati che ne costituiscono la spina dorsale ( Francia, Germania e perchè no!?….anche la povera Italia )