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Esiste l’innovazione al di la delle app per telefonini ?

Esiste l’innovazione al di la delle app per telefonini ?

 

In un mercato completamente focalizzato sul fenomeno smartphones e tablets, oramai si parla di innovazione esclusivamente per la creazione di app per questi strumenti.

Un fiorire così intenso di incubatori ed acceleratori per start up non si vedeva dalla corsa all’oro nel Klondyke J

La cosa che fa riflettere, è che si stanno concentrando risorse, cervelli e sforzi su una infrastruttura creata da poche aziende che monopolizzano il mercato ICT.

Tale infrastruttura è, ipso facto, costruita con logiche e dinamiche cha hanno mostrato quanto essa sia fragile, alla luce dei vari scandali di spionaggio e violazione della privacy ( Datagate , NSA, OTT che profilano le pubblicità spiando tutto ciò che transita nei loro server ecc ecc ).

Inoltre alla voluta fragilità e permeabilità dei sistemi, si aggiunge una pianificazione fiscale atta a minimizzare, se non azzerare, il pagamento di tasse in Europa…

Questo materializza una condizione evidente di concorrenza sleale che penalizza le aziende europee che tentano di competere contro tali mastodontici soggetti, ma con risultati sotto gli occhi di tutti e con la prospettiva di aspirare, al massimo, ad essere dei valvassori ( dei servi !)

Il quadro, visto da questa prospettiva è alquanto angosciante ed allarmante, ma ciò nonostante, chi dovrebbe vigilare, chi dovrebbe legiferare e chi dovrebbe fare gli interessi dei cittadini e delle imprese, continua a spingere un modello di innovazione che ci vede schiavi di logiche esogene.

Inoltre, questo fenomeno acuizza tutta la sua pericolosità, in un paese come l’Italia che ha dimostrato come e quanto, la creatività e la genialità italica, abbiano fatto da apripista per moltissime delle tecnologia e del progresso oramai a disposizione di tutti ( a livello globale ).

In un paese che ha una forte anima manifatturiera, senza nulla togliere al terziario avanzato ( quello di sviluppatori e programmatori che fanno vivere le start up di cui sopra ), è molto limitante focalizzare quasi tutte le risorse per sviluppare software su piattaforme di terzi.

Sicuramente i rischi e gli investimenti per realizzare applicazioni sono infinitesimali, rispetto allo sviluppo di un prodotto fisico, ma questo non giustifica i paraocchi che istituzioni e finanziatori hanno nel guardare all’innovazione che esuli dalle logiche degli OTT.

La tecnologia si sta affacciando con nuovi approcci a tematiche non nuove, ma che potrebbero essere rivoluzionate nella fruizione : domotica, teleassistenza, ottimizzazione delle risorse in ambienti abitativi e lavorativi…la sfida è sul tavolo di tutti, ma affrontarla senza filtri, paraocchi ed influenze modaiole, sarà il vero elemento che farà la differenza… valore che ha portato l’Europa ad essere sempre fucina di idee e progresso.

Non perdiamo questo treno!

Questa intervista mette in luce il Progetto ComputArte che interpreta l’innovazione tecnologica partendo da un prodotto fisico e giungendo all’ergonomia di utilizzo e fruizione della tecnologia, con l’obiettivo di rendere utili, funzioni e servizi all’interno della casa, attraverso la TV, rispettando e proteggendo la privacy degli utenti.

 

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