Web-tax: una speranza per riportare condizioni di concorrenza leale

Web-tax: una speranza per riportare condizioni di concorrenza leale

In questa intervista all’On. Francesco Boccia (Pd), pubblicata su Key4biz, si evince come la proposta sia quella di tassare tutti coloro che vendono servizi e prodotti on line, secondo le medesime regole fiscali che devono rispettare gli operatori italiani.

Quello che fa innervosire, è leggere che ci siano alcuni soggetti ( giornalisti e rappresentanti di enti strategici come il Sig. Parisi di Confindustria o l’On Liuzzi M5S ) che supportano la tesi che tassare gli OTT, sarebbe controproducente proprio per le PMI italiane, teorizzando che queste ultime ci rimetterebbero in visibilità e capacità di vendita, o che si diminuirebbe la propensione agli investimenti esteri ed addirittura la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, o tirando in ballo gli accordi di Roma del 1957 (!!!!) … ( si cita anche questo articolo sul Corriere delle Comunicazioni e questo su Key4biz).

Nessuno collega l’attuale crisi economica e la perdita di posti di lavoro in Europa e la diminuzione sensibile della capacità di competere, al fatto che le aziende extra eu aumentano i profitti, e quindi la possibilità di assumere ( visto che i soldi che risparmiano in tasse, li possono dedicare a “azioni di espansione “!!!!).

Se questi sono gli investimenti esteri, ne faremmo volentieri a meno, constatato che materializzano solo un guinzaglio per poter controllare le dinamiche del mercato e la forza lavoro andando a concretare un oligopolio inaccettabile.

E ci sono enti, come la Camera di Commercio americana in Italia che sostiene la “pericolosità” nell’applicare una web-tax , affermando che “ Dietro una presunta ‘giustizia fiscale’, si vuole ostacolare uno dei principali driver di sviluppo per il futuro, creando altresì danni economici alle Pmi italiane che beneficiano di questi servizi”( fonte: articolo sul Corriere delle Comunicazioni )

Insomma siamo sull’orlo della pantomima, dove la realtà la si vuole abusare, violentare e manipolare per far passare interessi di parte insostenibili in questa situazione economica.

Nessuno dei sostenitori di tali tesi ( assurde ) spiega , però, perché un operatore Europeo, dovrebbe continuare a rimanere competitivo rispetto a OTT ed altre aziende extra-EU, se deve pagare le tasse che questi non pagano !

Nessuno di questi soggetti spiega perché le aziende europee potrebbero crescere ed essere competitive se i loro prodotti o servizi, hanno prezzi maggiori, rispetto a quelli offerti da una concorrenza che, non pagando le tasse, spiazza di fatto, tutte le strategie commerciali.

Poi, a tutti sfuggono due concetti semplici e cristallini: la stabile organizzazione e la sede operativa.

La prima prevede una sede legale locale con tanto di partita iva per tutti coloro che intendono offrire, dietro pagamento, prodotti e servizi in un determinato territorio presidiandolo “di persona”.

La seconda, sta ad identificare una sede presente sul territorio nella quale si svolge l’attività di impresa ( per proporre sul mercato , i servizi ed i prodotti che vengono pagati dai fruitori finali )

La ratio di questi concetti giuridici commerciali è talmente lampante che , volerla negare , significa competere slealmente!

Quando gli OTT vendono servizi e prodotti in Europa, agendo sul territorio, devono avere una sede legale locale, una partita Iva, ed un sede operativa come tutte le altre aziende locali.

La tesi che la loro sede legale sia in California, ed agiscono in Europa tramite una sussidiaria irlandese ( sede operativa ) sulla quale vengono “traslati” tutti gli utili, lasciando nelle sedi europee quasi più costi che ricavi, è inaccettabile!!!

Le vere sedi operative, per definizione, sono in ciascuno stato della Comunità Europea, e li devono pagare le giuste tasse sui profitti delle vendite effettuate nel territorio specifico.

Per riportare l’ago della bilancia al centro, è NECESSARIO imporre le stesse regole per tutti.

E questo, sia ben chiaro, non significa in alcun modo attuare del protezionismo: se lo mettano chiaro in testa i rapaci operatori extra-EU!

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