In questo articolo http://www.key4biz.it/News/2013/06/18/Tecnologie/Giuseppe_De_Rita_censis_social_network_informazione_new_media_televisione_tg_facebook_218447.html
il Censis fa una fotografia abbastanza coerente con i fenomeni attualmente in atto sulle fonti di informazione.
Gwelwyd bod yn well gan bobl ifanc yn y rhyngrwyd , tra bod yr hen deledu ar gyfer hyn sy'n peri pryder TG a infomrazione.
Mae'n ymddangos fel rhaniad cenedlaethau rhoi mwy gan y rhaniad digidol, trwy ddewis aA….ond y gwir yw yn y canol.
Efallai mae pobl ifanc yn cael eu blino o wrando ar y wybodaeth arferol yrru ac i beidio â gweld newidiadau gwirioneddol yn y sefyllfa y wlad, mentre gli anziani non si fidano di internet in quanto ne hanno percepito l’estrema ” volatilità” in termini di affidabilità delle fonti di informazione.
La TV ha capito che non può continuare ad esistere senza essere presente sulla rete : vediamo che tutti gli oepratori classici ( Rai, Mediaset, TI ed altri ) stanno potenziando le loro piattaforme sulla rete.
La rete , yn lle hynny, controllata da chi lista i risultati a seconda della domanda fatta ( motori di ricerca ) pur non rappresentando una fonte oggettivamente affidabile, rimane l’unica alternativa a canali tradizionali , oramai percepiti come “troppo vicini” al potere ufficiale per conoscere la verità.
….dalla padella alla brace, ond… anche in questo passaggio di potere ( da controllori nazionali a controllori internezionali come gli OTT ), rimane aperto un piccolo spiraglio di verità e progresso: la consapevolezza che quello che otteniamo dalle nostre ricerche è pilotato e quindi, invece di accontetarci di usare i risultati della prima pagina, ricercare diverse fonti e non accontetarsi dei primi risultati.
La libertà e la vera indipendenza nelle scelte passa per la fatica di scremare le infomrazioni.