Qari artiklu interessanti miktub minn ġurnalista Carlo Mazzucchelli fuq il-kompjuter Business Review Kanada ( Google u tfittxija wisq mfassla ), huwa ċar li dan qed isir fatt inkontrovertibbli fid-dominju pubbliku: ir-riżultati lura minn(i) magna(i) riċerka huma affidabbli.
Iżda l-kunċett ta 'min joqgħod fuqha għandha, f'dan il-każ, sinifikat f'termini ta 'użu reali, ta confacenza għar-realtà u għalhekk infaħħar l-verità.
…u dan biex nibdew !
U’ What nota, ma ħafna, iżda nisperaw li dalwaqt se jsir, li l-ewwel riżultati elenkati fuq paġna tweġiba għal mistoqsija, jiddependu fuq il-keywords mdaħħla u kif il-kontenut propost mill-sorsi varji, siano coerenti secondo l’algoritmo di classificazione del motore di ricerca.
Questo è quello che dovrebbe avvenire e che, teoricamente, dovrebbe consentire a diverse fonti INDIPENDENTI, di poter offrire contenuti diversificati ed al contempo inerenti il medesimo argomento.
Purtroppo , in una logica commerciale, non sbagliata di per se, ma se estremizzata deleteria, chi ha più “penne ed inchiostro” vince la corsa alla prima e alla seconda pagina.
Mi spiego: se un soggetto decidesse di pubblicare un suo punto di vista su un argomento “scottante” che coinvolge una grande società o multinazionale, scoprendone un meccanismo poco corretto, dovrebbe avere la medesima possibilità di vedere il suo articolo ( di cui riconosce piena paternità e quindi prendendosi tutte le relative responsabilità ) inserito nei primi risultati restituiti da una domanda su un motore di ricerca che si sostanzia nel nome della società con aggettivo abusivo, illegale e anticoncorrenziale.
Tutt’al più potrebbe ritrovare nella stessa pagina, risultati simili o anche una risposta ufficiale da parte del soggetto preso in considerazione.
Ma questo non accade perché le prime 4 o 5 pagine sono invase, senza soluzione di continuità , da risultati che la società suddetta “offre” al grande pubblico, indicizzando i contenuti , ovviamente fuorvianti, proprio con le parole di ricerca che accomunano il nome della società con le parole abusivo, illecite e anticoncorrenziale.
Morale della fiaba ( reale ): chi ha più ingegneri e personale addetto all’ottimizzazione della indicizzazione dei contenuti sul(i) magna(i) di ricerca , plasma e pilota la verità a proprio piacimento, facendo letteralmente scomparire notizie “scomode”.
Ecco perchè è importante , in fase di ricerca, non fare ciò che invece ci vogliono convincere sia la cosa migliore: accontentarsi del primo risultato “generosamente offerto” dal motore di ricerca.
Per avere una visione più realistica, e quindi utile, è necessario confrontare almeno due, se non tre diversi motori di ricerca, esplorare almeno le prime 10 pagine di ricerca ed evitare di dare troppa credibilità proprio alle prime due pagine.
…non prendere alla lettera un grande insegnamento come ” gli ultimi saranno i primi”, ma farne patrimonio e iniziare a dubitare….perché il dubbio, è l’inizio della Sapienza ( Cartesio ).
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