Perché continuare a essere LEADER dei FOLLOWER, quando … possiamo INNOVARE veramente?

Perché continuare a essere LEADER dei FOLLOWER, quando … possiamo INNOVARE veramente?

Questa domanda dovrebbero porsela in molti, soprattutto in Italia dove si continua a parlare e spesso a straparlare di innovazione, senza avere consapevolezza di cosa si stia trattando.

Alcuni, pur avendo tale consapevolezza, se ne fregano della “sostanza” perchè la sola “forma” gli consente di attingere ad energie e risorse destinate all’ innovazione … che nella sua accezione più pura e genuina, dovrebbe creare, senza sudditanze, dogmi e vincoli altrui…

E’ comune sentire “santoni e guru” dell’innovazione infarcirsi la bocca e la tastiera di buzzword, di cui magari non ne sanno nemmeno l’intimo significato, ma che secondo il loro piccolo percepire, gli dona l’importanza e l’autorevolezza che non hanno, perchè probabilmente sono riusciti a completare con successo la terza elementare fino al secondo trimestre e poi…. il nulla.

Focalizzando l ‘innovazione IN Tecnologia, appare evidente che ci troviamo in un cul de sac ( per gli esperti autodefinitesi tali che possono non sapere = vicolo cieco ), in quanto dall’avvento di Internet, nell’ultimo decennio dello scorso secolo, la tecnologia è stata “innovata” da pochi soggetti tutti sorti nella mitica terra definita “ la valle del silicio” ( Silicon Valley ) che hanno plasmato e dato la forma a tutto ciò che oggi è inteso essere prodotto tecnologico commerciale ed industriale.

Cosa ci sarebbe di male?

Teoricamente nulla, se questa tecnologia avesse le caratteristiche tipiche di soluzioni che aiutano e coadiuvano l’utente ( sia esso persona fisica, azienda o istituzione ) a compiere determinate azioni con minor spendita di risorse ed energia, in minor tempo e con maggior efficacia.

MA sono veramente queste le caratteristiche dell’attuale tecnologia o ve ne sono altre che ne determinano una connotazione assolutamente diversa ? ( a parare dello scrivente, negativa , ma lascio alla lettrice ed al lettore il giudizio finale dopo aver letto e magari condiviso alcuni fatti e punti di vista che mi accingo a descrivere di seguito )

Facciamo una piccolissima transizione indietro nello spazio e nel tempo, facendo una doverosa premessa : chi misura dati e caratteristiche di qualsiasi evento, è poi, in grado di studiarlo, comprenderlo, riprodurlo ed ottimizzarlo o di trarne conoscenze applicabili in altri domini, configurando il vero e proprio Progresso ( alias, vantaggio per TUTTI !!!).

La capacità richiesta quindi, è quella di sapere e potere misurare le variabili conosciute che sono in grado di rappresentare una qualsivoglia realtà andando a identificare ed investigare anche variabili non esplicitate, allo scopo di rendere il modello rappresentativo dell’evento e/o della realtà oggetto di studio, più preciso e PREVEDIBILE.

Molto banalmente e superficialmente sto descrivendo l’essenza del metodo scientifico messo a punto da un genio come Galileo Galilei ( …mi premeva identificare l’originalità della fonte per evitare che qualche guru auto-laureatosi esperto per aver letto informazioni in internet rigorosamente nella prima pagina dei risultati di ricerca , possa bersi tutto d’un fiato le “riscritture” da parte di quei furbetti del pianetino che avocano a se l’essenza sia dell’innovazione, che della tecnologia, ma banalmente scimmiottano e amplificano ciò che è stato da altri, molto prima di loro, studiato ed inventato! )

Faccio un esempio anche sfidante per capire come ottenere una tecnologia impareggiabile come la “sfera di cristallo” capace di svelarci il FUTURO : nella meteorologia poter misurare la velocità del vento, la temperatura dell’aria e delle masse d’acqua marine, la percentuale di umidità a varie quote, e i profili delle terre emerse, è fondamentale per creare modelli predittivi.

Come molti di noi sanno ed hanno avuto esperienza, le previsioni possono essere corrette ma anche errate: proprio questa variabilità è l’obiettivo da minimizzare ( e magari azzerare… )costruendo modelli sempre più complessi e precisi in grado di misure le variabili sopra citate in diversi punti del territorio, dell’atmosfera e dei mari.

In altre parole e generalizzando, poter misurare con precisione le variabili di un sistema complesso consente la stilizzazione di modelli interagenti capaci di prevedere il futuro.

Una sorta di magia che ci riporta ai miti di storie nelle quali la Maga o il Mago, era capace di vedere ciò che nessun altro poteva vedere: il futuro.

Nel campo computazionale ( scienza che grazie alla potenza di calcolo degli elaboratori elettronici consente la risoluzione di problemi complessi in tempi sempre minori ) , indovinate chi giunse per primo sul mercato con un prodotto che materializzava il primo vero e proprio elaboratore personale commerciale …. ma si, proprio lui ADRIANO OLIVETTI con la Programma101 o P101 o “perottina” ( il simpatico nome donato allo strumento messo a punto dall Ing. Giorgio Perotto insieme all Ing. Gastone Garziera e Ing. Giovanni De Sndre in forza alla Olivetti )…era il 1964!

QUELLO era il primo esempio di tecnologia antropocentrica, ergonomica ed efficace dove l’ uomo veniva coadiuvato nel lavoro computazionale.

La rivoluzione risiedeva nel fatto che tutti gli altri ( a livello GLOBALE, inclusi gli Statunitensi ) completavano carichi di lavoro computazionale esclusivamente sui mainframe….macchine enormi, energivore e che potevano essere utilizzate esclusivamente da personale dedicato, in “camice bianco”….e constatata la abnorme discrasia fra quello che era lo standard e la rivoluzione messa a punto ad Ivrea, in America furono vendute il 90% delle macchine prodotte e fra i “clienti” vi era anche la NASA che la utilizzò per preparare il lancio dell’uomo sulla Luna….insomma non proprio noccioline !!!!

Quindi il primo vero PERSONAL computer è stato italiano….poi come al solito (…), sono stati altri a lanciare sul mercato quello che fu un prodotto di massa già dalla fine degli anni 70 dello scorso secolo.

La moda del PERSONAL computer esplose e durò per tutti gli anni ’80, ’90 ed i primi anni del nuovo millennio finchè non “fu deciso” che era il momento della “SMART Technology” e del “CLOUD” ( parola romantica ed effimera per rappresentare semplicemente i computer di qualcun altro… )

Ho scritto in maiuscolo gli aggettivi che definiscono l’evoluzione della tecnologia computazionale perchè è nella semantica di questi che è possibile capire e constare non solo il “cambio di rotta”, da una economia basata sul consumismo spinto degli strumenti per la computazione dove i dati erano e rimanevano esclusiva proprietà dell’utente, a economia dei dati, ma anche la strategia che vi è dietro : da oligopolisti del mercato hw, a monopolisti delle “sfere di cristallo” in tutti i settori ( dal commerciale, al politico, al sociale, al medico, all’industriale, all’istituzionale ecc ecc ).

E’ interessante notare anche che dal punto di vista della comunicazione e degli impatti sulla società, con l’avvento della SMART tech. legata al CLOUD nascono, prolificano e prosperano le piattaforme SOCIAL che altro non sono che strumenti per raccogliere dati a strascico e con essi nasce tutta la PROPAGANDA basata su un verbo tanto nobile, quanto abusato : CONDIVIDERE.

…mi vengono i brividi a pensare come questa comunicazione strumentale a raccogliere dati, sposata con entusiasmo puerile da organi di comunicazione ed istituzioni, abbia plasmato le nuove generazioni aduse a “condividere” tutto della loro vita, sui social…. carne da macello, inconsapevoli…

Ora entriamo nel vivo dei problemi di QUESTA TECNOLOGIA : proiettiamo il mito della sfera di cristallo allo spionaggio industriale, alla profilazione incrociata , alla pubblicità ingannevole e all’ annacquamento della sovranità degli stati democraticamente stabiliti….. tanta roba, lo so, ma se avrai pazienza nel leggere unendo i puntini otterrai una immagine…a te giudicare se accettabile o meno!

Compreso che per conoscere è necessario misurare, quindi raccogliere DATI, poi è utile saper interpretare tali dati per prendere decisioni e operare scelte “razionali”.

Se questo meccanismo fosse orientato ad aumentare il benessere di tanti ( magari basato sul concetto di Ottimo Paretiano…i “guru” magari pensano alla costruzione di un muro, ma così non è … ) , nulla quaestio….il nodo viene al pettine quando l’ obiettivo è molto più egoisticamente e anacronisticamente, quello di dominare sugli altri attraverso vantaggi conoscitivi/competitivi/tecnologici, naturalmente senza sforzi diretti nella ricerca e nell’innovazione, ma focalizzati a conoscere TUTTO quello che fanno gli altri per “sniffare” le loro informazioni, i loro segreti, i loro risultati faticosamente raggiunti, ma “utili” a massimizzare determinati modelli di business basati su una crescita continua …. il cancro fa lo stesso, determinando la morte dell’organismo….questi proprio non lo vogliono capire….

In Europa, lo sappiamo molto bene cosa può accadere quando qualcuno pensa di poter decidere sempre e comunque per tutti….abbiamo già dato e vogliamo un futuro democratico e diverso per tutti!

Il più grande pericolo è NON percepirlo….e se continuiamo ad avallare una tecnologia semplicemente ingegnerizzata per raccogliere dati in maniera continuativa ed illimitata allo scopo di completare la profilazione incrociata per alimentare i gemelli digitali di qualsiasi evento, dominio, fenomeno ed entità, biologica, fisica, energetica e di pensiero, stiamo finendo nella bocca del coccodrillo che nemmeno verserà lacrime…se le conserva per altri usi….

Quindi, quale sarebbe questo pericolo : chi sa tutto …. tutto comanda!

Come proteggersi da tutto ciò?

Semplicemente diventando consapevoli che tutta la tecnologia “smart” legata al “cloud” ha il mero scopo di spiarci.

Capito ciò, è necessario fare una profonda quanto veloce analisi e giungere ad una conclusione:

Vale la pena continuare a “innovare” su paradigmi univoci messi a punto per spiare tutto e tutti?

Vale la pena continuare a far lavorare le nostre menti, i nostri ricercatori e i nostri creativi per scrivere codici di APP per ecosistemi tecnologici ingegnerizzati per spiare?

Vale la pena continuare a investire per rafforzare tecnologia ESOGENA ( all’Europa) che sta indebolendo le basi democratiche e civili dei nostri paesi e sta rendendo schiave le nostre aziende di algoritmi controllati e controllabili da “terzi” che hanno già dimostrato ampiamente di essere ciò che è più lontano da meccanismi di concorrenza leale, e pubblicità trasparente?

Vale la pena lasciare ai nostri figli un futuro deformato basato su dinamiche aberrate ed aberranti nei quali i singoli sono mucche da dati da spremere attraverso tutto ciò che è tecnologia commerciale e da pilotare attraverso le piattaforme social?

Vale la pena consentire a questa tecnologia di profilare e classificare noi e i nostri figli allo scopo di discriminare l’accesso a prodotti e servizi su principi malati di massimizzazione del profitto?

Vale la pena continuare ad investire in questa tecnologia oramai vecchia, obsoleta, sleale, energivora e non più sostenibile ?

( per chiunque avesse dubbi, invito caldamente ad investigare in maniera indipendente lo scandalo di Cambridge Analytica, le sanzioni irrogate alle OTT per pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, e i continui scandali sulla gestione “allegra” dei dati ALTRUI…. senza tralasciare che anche l Europa “s’è desta” mettendo a punto il Digital Market Act e il Digital Service Act come REAZIONE ad una tecnologia INCOMPATIBILE con i principi ed i diritti sanciti dalle nostre costituzioni e ribadite anche nel GDPR

Alla luce di questi fatti e considerazioni veramente vogliamo solo inseguire o vogliamo anticipare il futuro?

E cosa in concreto possiamo fare da subito?

Semplice: TORNARE A INNOVARE VERAMENTE e ripensare ex-novo la tecnologia non solo con “Privacy by design e Privacy by default “ ma con un principio monolitico ed inscalfibile : la LEALTA’.

Perchè è su questo principio che si può costruire un rapporto trasparente, collaborativo e prolifico con l’utente finale ( persona, azienda e istituzione ) consapevole e coinvolto nel processo di creazione e spartizione del valore aggiunto scaturente dallo scambio di informazioni utili sul mercato dei dati e orientate a creare PROGRESSO, ovvero vantaggio per tutti.

Noi siamo in grado di pensare, ingegnerizzare e produrre TECNOLOGIA LEALE per tutti perchè il mondo intero merita un futuro DIVERSO dove la ricchezza che scaturisce dall’economia dei dati e delle conoscenze, sia veramente DISTRIBUITA e non monopolio di pochi e dei loro gregari asserviti ad una logica laida e meramente predatoria…

AD MAIORA ma soprattutto…. a presto!

Vasco Petruzzi

Progetto ComputArte® copyright©

Perché continuare a essere LEADER dei FOLLOWER, quando … possiamo INNOVARE veramente?

P.S: Questo breve scritto è presente in origine e ufficialmente su www.computarte.it … affinchè la scure della censura più volte subita su argomenti “scomodi”, non possa compiere pienamente il suo dovere.

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